Shin'ya Tsukamoto: oltre la carne, il maestro del cinema underground made in Japan

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A cura di Alice Kundalini - She Spread Sorrow

Shin'ya Tsukamoto è un regista e attore giapponese, considerato di culto per il cinema indipendente e underground, con un'estetica che spazia dal cyberpunk all'ultraviolenza, dall'horror più angosciante alle perversioni più torbide, amato follemente anche da Quentin Tarantino che lo considera un maestro e una costante fonte di ispirazione.

Il mio incontro con Tsukamoto, come per molti che lo conoscono e amano, è avvenuto con una delle sue pellicole più famose, per quanto sempre all'interno dei circuiti underground del cinema: Tetsuo, The Iron Man. Non si può non ringraziare Enrico Ghezzi e il suo programma notturno Fuori Orario, che ha consentito a tanti di conoscere pellicole come questa: ricordo ancora le notti passate ad attendere che arrivassero i suoi film per poterli registrare! Oggi è tutto più semplice e, benché Shin'ya non appartenga sicuramente ai circuiti mainstream del cinema, quasi tute le sue pellicole si possono trovare molto facilmente online. Ma torniamo a Tetsuo. Un film che possiamo considerare un vero capolavoro della follia visionaria di Shin'ya, rappresentativo di quelle che sono le sue tematiche ricorrenti, come il rapporto con il corpo e le mutazioni di ciò che è organico in macchina (influenzato sicuramente da David Cronenberg). Con una regia a dir poco schizofrenica e una tecnica quasi da videoclip, in pochi frame Tsukamoto ti conduce in un incubo ad occhi aperti: la piccola escrescenza sul viso di un uomo si espande, cresce, lo ingloba facendolo diventare una sorta di uomo macchina. No, non in stile Transformers, ma in stile ossessione, carne che si distrugge e si amalgama con il ferro, con litri di sangue, spirali infinite di follia e scene indimenticabili, come quella dell'amplesso.

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Ma andiamo con ordine. Shin'ya Tsukamoto nasce nel 1960 e si avvicina al cinema già da giovanissimo, quando ha circa 14 anni, girando con una Super8 regalatagli dal padre dei cortometraggi di una decina di minuti. Durante la giovinezza, perde interesse per il cinema ed entra in una compagnia teatrale, dove l'incontro con alcuni attori (tra cui Tomorowo Taguchi, che diventerà uno dei suoi attori feticcio) riaccende la sua passione. Ed è proprio da un riadattamento di uno spettacolo teatrale che nasce il primo mediometraggio di Shin'ya, nel 1987, Le avventure del ragazzo dal palo elettrico, davvero bizzarro e divertente, la cui trama è letteralmente spiegata nel titolo: le avventure di un ragazzo che ha un lampione che gli sbuca dalla schiena.  Qui è visibile per intero:

Nell'89 arriva poi Tetsuo, The Iron Man, che lo porta al successo nell'ambito del cinema underground, tanto da avere ben due sequel,  Tetsuo II: Body Hammer (1992) e Tetsuo: The Bullet Man (2009).

Negli anni '90 continua il percorso delirante del regista con pellicole come Bullet Ballet, dove l'ossessione di un ragazzo (lo stesso Shin'ya che interpreta il protagonista) per l'arma con cui la sua fidanzata si è suicidata lo porta ad entrare in una banda di punk iperviolenti. Oppure Tokyo Fist, una sorta di riscoperta della vita "vera" fatta di emozioni forti, sangue e violenza, come antidoto estremo alla monotonia di un'esistenza qualunque.

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Nel 2002 arriva un capolavoro, A Snake On June, un film in blu e nero, che narra, con uno sfondo di una incessante pioggia battente, di perversioni e ossessioni in maniera estremamente delicata e raffinata, spostando l'estetica del regista su un livello differente. Una giovane donna sposata con un uomo più anziano di lei, con cui conduce una vita priva di passione, si trova intrappolata in una spirale erotica, sempre più profonda, ma anche salvifica. Il film vince il Premio Speciale San Marco al Festival di Venezia. Dopo la parentesi di Vital, altro film che tratta tematiche sentimentali, anche se sempre nello "Tsukamoto style", con il mediometraggio Haze si ritorna nell'orrore. Non credo di aver mai visto un film più claustrofobico di questo. Per me una vera piccola perla dell'horror. Un uomo si sveglia ferito in un condotto per l'aria. Da qui un vero e proprio labirinto in cui la mancanza di luce, aria, spazio si mescola ai tentativi davvero estremi e disperati di uscirne vivo.

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Non solo film, ma anche serie televisive: Nightmare Detective, una serie poliziesca iperviolenta, diventata un cult per gli amanti degli sbudellamenti e degli arti mozzati, di cui Tsukamoto non fa mai sentire la mancanza.

Anche come attore prende parte a delle pellicole assurde, disturbanti, violente e folli, come Ichi The Killer di Takashi Mike e Marebito di Takashi Shimizu, che se non conoscete, consiglio caldamente.

Insomma, tra mutazioni corporee, iperviolenza, litri di sangue, arti amputati, perversioni oscure, denti che sfregano sul metallo ed estetica cyberpunk, Shin'ya Tsukamoto non è sicuramente un regista che lascia indifferenti. E quel tocco quasi ironico, che spesso troviamo in molte pellicole estreme made in Japan, con quel gusto per ciò che diventa talmente troppo da diventare grottesco, impreziosisce il suo cinema, facendolo scorrere velocemente, come il sangue che schizza o un proiettile che ti attraversa.

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Black Pills è una rubrica che non vuole insegnare nulla. Ci sono libri, articoli, manuali che trattano biografie di artisti, film, opere d'arte in modo dettagliato ed esaustivo. Non è questo il caso. Le pillole nere sono piccoli scorci di panorami culturali e artistici a volte molto ampi che rappresentano la possibilità di approfondire tematiche che non appartengono totalmente alla cultura di massa, ma che si muovono su altri canali e altri circuiti. In un mondo dove la scelta è limitata spesso a ciò che è definito nel senso più ampio come pop, è vivamente consigliato assumere qualche pillola di colore diverso e scoprire magari qualcosa di nuovo, che in alcuni casi, come nel mio, può accompagnare per il resto della propria vita.

 
Marco Mandrino