Lo scandaloso risentimento verso la ricchezza altrui
Premesso che non nutro personalmente alcuna invidia né risentimento verso nessuno.
Premesso che, quando vengo a sapere di persone che hanno successo in ciò che fanno e ottengono ciò che desiderano, sono onestamente e sinceramente contento sia per loro che per me stesso. Penso infatti che un mondo con più persone soddisfatte sia un mondo migliore per tutti.
Premesso che trovo le idee giacobino-illuministe, e la loro estremizzazione comunista, orripilanti. L’idea di redistribuzione della ricchezza ha solo creato mostri e non ha alcun senso.
Fatte le premesse di cui sopra, solo coloro che effettivamente trascendono la mentalità quantitativa dominante, basata sull’accumulo materialistico, possono davvero trovare un equilibrio e non essere divorati dalla necessità di essere sempre più ricchi e possedere sempre di più.
Tutti gli altri rimangono schiavi, e poco importa quanto abbiano o non abbiano. Chi possiede diventa schiavo dei suoi averi e della necessità egoica di possederne ancora, chi non possiede ed è in uno stato di povertà spirituale non farà che nutrire risentimento e invidiare chi considera ricco. Entrambi sono semplicemente manifestazioni estreme della stessa incoscienza e della stessa mentalità.
m.m.