Miguel Ángel Martín: fumetti a prova di censura
A cura di Alice Kundalini - She Spread Sorrow
La pillola di oggi è dedicata ad un fumettista spagnolo che adoro, Miguel Ángel Martín (León, 1960). Molto spesso associamo il mondo dei fumetti a quello dell’infanzia o della gioventù. Immaginiamo racconti magici popolati da super eroi e personaggi di fantasia, che ci portino in un mondo lontano, fatato, in cui trionfa il bene, in cui regna assoluta una morale chiara, fatta di buoni e cattivi, di protagonisti e antagonisti. E invece anche nel mondo dei fumetti troviamo chi esce da tutto ciò che ci si può aspettare, per muoversi su un territorio totalmente differente. “Il fumetto più violento e ripugnante mai disegnato” esiste. La cosa singolare è che il suo autore è stato considerato dal Times come “il miglior disegnatore europeo di fumetti” e incluso dalla rivista The Face nella lista dei “50 disegnatori del secolo”. Ed è appunto Miguel Ángel Martín.
Partito con il disegnare strisce già estremamente controverse per diversi giornali negli anni ‘80, nel 1995 Martín pubblica Psychopathia sexualis, che viene appunto definito come riportato sopra. Non solo, edito in Italia dalla Topolin Edizioni di Jorge Vacca, nel 1996 viene completamente sequestrato e censurato, con accuse penali all’editore di favoreggiamento alla pedofilia. Accuse ovviamente cadute anni dopo, nel 2001, in quanto “il fatto non sussiste”. Il Pubblico Ministero del processo definì il volume “osceno e raccapricciante, in quanto in esso la violenza (omicidi, squartamenti, suicidi), rappresentata nelle forme più impressionanti e raccapriccianti, viene esaltata come mezzo per soddisfare le più abnormi perversioni sessuali”. È strano pensare ad un’azione censoria così forte scatenata da un fumetto, da cui in realtà ha tratto forse ancor più notorietà e successo. E non siamo negli anni ’50, ma a ridosso del nuovo millennio. Psychopathia sexualis prende il titolo da un trattato medico, pubblicato da Richard von Krafft-Ebing nel 1886, che raccoglie forme di deviazione sessuale attraverso l’analisi di circa 500 casi clinici. Bè, a chi non sarebbe venuto in mente di farne un fumetto?! Scherzi a parte, Psychopathia sexualis di Miguel Ángel Martín è ispirato a questo, ed è una raccolta di racconti, molto spesso tratti da storie di cronaca realmente accadute, come quelle di alcuni serial killer (tra cui John Wayne Gacy e Ed Gein), in cui sono illustrate tutte le forme di deviazione sessuale più estreme e disturbanti che possiamo immaginare. Dalla zoofilia, alla necrofilia e alla pedofilia, passando da violenze atroci, abusi, morte. Però tranquilli, stiamo sempre parlando di disegni, che raccontano fatti veri, che attenzione non vengono celebrati, ma narrati in tutta la crudezza dovuta, senza fronzoli, senza addolcire la pillola, ma dandoci un bel pugno nello stomaco, forte e chiaro.
Psychopathia sexualis non è l’unica opera di Martín. Molto famoso il suo Brian The Brain (1990-1993, sempre edito in Italia per la Topolin di J. Vacca), una storia delicata e commovente, di emarginazione e solitudine, di ingiustizie subite e interrogativi sul progresso. In un imprecisato futuro, che sembra lontano solo in apparenza perché condivide molto con il nostro presente, un ragazzo, a causa di esperimenti a cui è stata sottoposta la madre, nasce con il cervello esposto fuori dalla testa e con dei poteri come la telepatia e la telecinesi. Le sue sono le avventure di un ragazzo giusto in un mondo degenerato, in cui si fatica a trovare un posto dove sentirsi a casa.
Opere successive sono Anal Core, Bitch, Cyber Freak, The Space Between, Rubber Flash e Snuff 2000. Le tematiche chiare già dai titoli, identificano un’estetica e dei contenuti ricorrenti, di indagine su ciò che è sempre oltre la morale, in futuri distorti e distopici, che purtroppo sentiamo spesso così vicini, dove non c’è spazio per ciò che è giusto, bello, sano, sensibile, fragile, ma dove la perversione, la devianza, la violenza, spesso di pari passo con il potere, la scienza, l’informazione, vincono in uno scontro dove la morte non è il peggiore dei mali concessi.
La censura è qualcosa da rifiutare sempre. La libertà di pensiero ed espressione è uno dei valori più importanti, ormai spesso messo in secondo piano da interessi economici, più che morali o religiosi. Anche per questo, e non solo per passione, la scelta di questa pillola. Il linguaggio di Martín è esplicito, duro, violento, senza mezze misure, estremo nei contenuti, ma il messaggio delle sue opere è sempre estremamente chiaro e forte e grida attenzione verso la degenerazione della società attuale, verso il rifiuto di ogni valore in nome del piacere immediato e del potere. Per me più utile questo da tenere sul comodino, come lezione contemporanea di morale, più di tanti altri, spesso appoggiati al fianco di letti dove le “psicopatie sexualis” non sono disegni, ma purtroppo delle realtà che non vogliamo vedere. Attenzione a trovare il male dove viene esplicitamente raccontato, perché il male, quello vero, viene tenuto segreto, nascosto, dietro facciate buoniste, ipocrite, false e spesso moraliste.
Black Pills è una rubrica che non vuole insegnare nulla. Ci sono libri, articoli, manuali che trattano biografie di artisti, film, opere d'arte in modo dettagliato ed esaustivo. Non è questo il caso. Le pillole nere sono piccoli scorci di panorami culturali e artistici a volte molto ampi che rappresentano la possibilità di approfondire tematiche che non appartengono totalmente alla cultura di massa, ma che si muovono su altri canali e altri circuiti. In un mondo dove la scelta è limitata spesso a ciò che è definito nel senso più ampio come pop, è vivamente consigliato assumere qualche pillola di colore diverso e scoprire magari qualcosa di nuovo, che in alcuni casi, come nel mio, può accompagnare per il resto della propria vita.