Le caste

 

Penso spesso, anche spinto da ciò che insegno, al sistema delle caste indiane come possibile struttura sociale alternativa alla nostra. La società indiana è infatti divisa in quattro caste, a seconda della funzione sociale dell’individuo, più i fuori casta. Partendo dal basso abbiamo gli Shudra (lavori manuali, servitori), gli Vaishya (mercanti, artigiani, agricoltori), gli Kshatriya (guerrieri), Bramini (sacerdoti, studiosi, insegnanti). Scopro ultimamente grazie al mio amico Ans, l’esistenza di una ideologia Tripartita degli Indoeuropei, grazie alla quale si può supporre  che tutte le società antiche avevano una struttura sociale piramidale ed una divisione in caste anche se con delle differenze l’una dall’altra. Se da giovinastro, grazie alla mia educazione (ora la chiamerei manipolazione) democratica vedevo le caste come una barbaria superata, oggi come su tante altre cose, i miei occhi sono cambiati.

Un primo episodio che mi fece pensare fu il dialogo che ebbi in India con un Bramino che mi fece notare che i loro matrimoni combinati dai genitori in base alla casta di appartenenza non vanno peggio dei nostri matrimoni “per amore”. Ma a parte i dettagli più superficiali ciò che mi ha fatto ricredere è la semplice osservazione della natura. La natura non è democratica e non ha creato gli esseri, anche all’interno della stessa specie, tutti uguali e tutti con le stesse potenzialità. Ogni comunità naturale è piramidale.

Osservo poi la società in cui vivo con un numero spropositato di avvocati, psicologi e dottori (tra le cui fila si contano innumerevoli incapaci) ma mancano idraulici, manutentori ecc Non funzionerebbe meglio una società verticale con i più capaci e meritevoli all’apice? Non sarebbe più utile una educazione che spinge le persone a trovare il proprio ruolo nella società in base alle propensioni e non una che racconta che tutti possono essere medici ed essere notaio è preferibile all’essere muratore?

Come detto, però anche in altri post, all’apice della società non ci dovrebbe essere un sacerdote o un guerriero ma un divergente (vedi film Divergent) ovvero un superuomo “Nietzschiano” che abbia tutte le capacità e le caratteristiche di ogni casta ovvero un senso pratico, capacità di mediazione e soprattutto che sia un filosofo (come voleva Platone), un guerriero (Platone sarebbe sempre d’accordo) ed un monaco.

Mentre gli altri si suddividono in funzioni legate alla mente, al corpo e allo spirito il vertice deve averle tutte.

E’ questa una visione antidemocratica ed estremista? Certamente anti-democratica ma estremista come lo è allora Platone, il Buddismo Tibetano ed ogni civiltà antica e la natura stessa.  

m.m.

 
Marco Mandrino