La cortina interiore

 

Oggi, quando scrivo, è l’anniversario della caduta del muro di Berlino. Allora avevo vent’anni e ricordo ancora le immagini trasmesse dalla tv e quella elettricità libertaria che attraversava l’Europa. I giovani come me vivevano una sorta di trance estatica per un futuro che prometteva libertà ed un orizzonte di miglioramento senza fine, che ci inebriata e ci accomunava.

Ovviamente avrei avuto tutti gli elementi per comprendere “l’inganno”, ma è andata diversamente e non ho alcun rimpianto. Il credere in un qualcosa ha reso la nostra vita migliore rispetto ai ventenni di oggi, che sembrano esseri sbiaditi rispetto a ciò che eravamo noi allora.

Come accade molte volte nella storia la sconfitta apparente di un sistema, allora quello comunista, ne ha segnato invece la vittoria su scala planetaria (globalizzazione). La nostra società oggi è molto più marxista di quanto invece appare, dove quest’ultimo ha spostato la causa liberista/capitalista in un abbraccio mortale.

La “libertà” è concessa dal nuovo ordine solo nei limiti che non disturbano il potere. I cittadini sono in realtà semplici “consumatori” dall’anima addomesticata e smussata, il controllo poliziesco è stato sostituito con l’omologazione culturale tanto amata da Gramsci, Lenin e Mussolini. Il (non)essere contemporaneo è costantemente distratto tanto da dimenticare sé stesso e le sue spinte vitali. La pornografia dilaga con l’oscenità scambiata per libertà.

La cortina di ferro non è più esteriore ma interiore, resa poco visibile così da eliminare nella massa ogni istinto di ribellione ed ogni reale entusiasmo per il futuro. 

m.m.

 
Marco Mandrino