La meditazione è rivoluzione
Di Marco Mandrino
In alcune parti del mondo, e ovunque fino a relativamente pochissimi anni fa, parliamo di un paio di secoli, il libero pensare ed il dissenso non erano permessi e venivano repressi con la forza. Non era possibile mettere in dubbio dogmi sociali e religiosi: in altre parole, non potevi dissentire senza rischiare la vita. Oggi dissentire e dubitare sarebbe permesso, ma sembra che davvero una percentuale bassissima di persone abbiano la reale capacità/desiderio di utilizzare questo diritto. Ai più fa piacere rimanere nel gruppo, protetti dal gregge. Ciò a cui assisto giornalmente sono persone che credono di pensare liberamente ciò che altri vogliono che pensino. Il pensiero libero non è represso con la forza, ma soffocato dal ronzio continuo, dalla delegittimazione attraverso le categorizzazioni, dall’urlare in coro i mantra televisivo-giornalistici che sono scambiati per liberi pensieri propri.
Noi siamo i carcerieri del nostro libero pensare.
Lo Yoga e soprattutto la meditazione, hanno un ruolo fondamentale nel recuperare la capacità di essere liberi. Nel mondo attuale la libertà non è per lo più repressa fisicamente, come avveniva un tempo, ma è soffocata dalla propaganda che produce pensieri “fritti” che sono poi scambiati come un prodotto autonomo. Si finisce per sentire persone che ripetono, come tanti automi, ciò che viene loro inculcato come se fossero grandi assiomi creativi. In sostanza, l'essere umano reprime inconsciamente se stesso.
La meditazione è creare spazio, è lasciare che le erbacce siano scovate dall'occhio della coscienza, affinché i fiori del libero pensiero affiorino spontaneamente. Meditazione è capacità di ascolto, senza categorizzare e delegittimare a prescindere. Meditazione è la capacità di ascoltare qualcuno che la pensa diversamente, senza attaccarlo dopo due secondi su un qualcosa che non ha nulla a che fare con ciò che sta dicendo. Meditazione è coltivare la capacità di osservazione, ascolto e discernimento.
Se tu credi di esserne in grado a prescindere, perché questa capacità è “normale” mi spiace dirtelo ma non è così. Se non sei consapevole della costante pressione della propaganda, che spinge verso un unico pensiero indistinto, indipendentemente dall'argomento, è probabile tu sia un “recluso”. Se una volta era necessario ritagliarsi la libertà attraverso rivoluzioni esteriori, oggi questa libertà va conquistata prima di tutto interiormente, attraverso la pratica (allenamento) meditativa, per abituare la mente a vedere ogni cosa con tante sfumature differenti.
m.m.