Einstürzende Neubauten: tra il silenzio e il rumore dei "nuovi edifici che crollano"
A cura di Alice Kundalini - She Spread Sorrow
Gli Einstürzende Neubauten (ovvero “Nuovi edifici che crollano”) sono stati il mio personale ponte verso la musica industrial, insieme agli Psychic Tv, e il traghetto verso un concezione artistica del suono totalmente diversa da quella a cui ero abituata. Per questo per me sono il gruppo delle origini, a cui sono legata in modo imprescindibile. Ricordo come fosse ieri, la gioia incredibile del giorno in cui in un negozio di dischi che frequentavo da ragazzina (Zarathustra ad Alessandria) arrivò la copia che avevo ordinato di Kollaps. E ascoltarlo fu… come dire… una vera rivoluzione personale.
Gli Einstürzende Neubauten sono un gruppo nato negli anni ‘80 ed influenzato principalmente dall’industrial dei Throbbing Gristle, dal krautrock, ma anche dalle Avanguardie artistiche di inizio ‘900. La loro concezione estetica è diventata con gli anni sempre più completa, per abbracciare non solo il suono, ma anche l’immagine, i testi, le performance, la composizione dei dischi e degli strumenti in essi utilizzati. Negli anni ‘80, rifiutato ogni canone estetico pregresso per andare “contro” tutto ciò che fosse all’interno di schemi comunemente accettati, arriva anche il rifiuto verso la composizione musicale e la forma canzone. Non più solo strumenti musicali convenzionali, ma anche bidoni, trapani, lamiere. Gli Einstürzende Neubauten recuperano l’armonia usando oggetti che apparentemente fanno solo rumore, in un’azione molto diversa da chi invece ha volutamente prodotto rumore (anche assordante come visto nella pillola sul Japanoise) usando magari strumenti musicali convenzionali (per esempio “grattando” le corde di una chitarra). Un’azione che nasce da un’esigenza comune, di un approccio totalmente nuovo al suono, di cui possiamo trovare le primissime origini proprio nelle citate Avanguardie artistiche di inizio ‘900, per esempio nel Futurismo o nel Dada.
Cosa che succede spesso, ed è stato senza cercare troppo lontano il caso proprio delle Avanguardie, le correnti artistiche (ma anche politiche) più sono di rottura, più hanno vita breve. Questo è connaturato al tipo di azione stessa, al di là del volere e della bontà delle persone e dei progetti coinvolti. Le correnti rivoluzionarie nascono con l’intento di spazzare via qualcosa, di togliere per fare spazio e dopo il momento di rottura in sé, difficilmente resistono. Necessariamente mutano in altro, in una forza costruttrice e non più distruttrice, che ha logiche totalmente differenti. Alcuni trovano una strada per reinventarsi, altri restano “fedeli” alle origini, ma spesso perdendo di qualità e originalità, altri ancora semplicemente spariscono. Gli Einstürzende Neubauten sono tra i pochissimi che pur mantenendosi totalmente fedeli alla propria identità costruita negli anni, hanno mantenuto dei livelli altissimi. È del 2020 il loro ultimo disco, inserito all’interno di moltissime classifiche tra gli album migliori dell’anno. Questo per dire che sono riusciti a restare, senza perdere di qualità, ma riuscendo a mutare in forza creatrice, quella distruttrice che aveva animato le origini del progetto.
Dopo i primi dischi maggiormente rumorosi e caotici (Kalte Sterne, EP del 1980 e Kollaps, primo disco del 1981), la strada presa dagli Einstürzende Neubauten muta sonorità, diventando sempre più armonica e raffinata, con i testi e la voce di Blixa Bargeld, che rendono l’ascolto degli Einstürzende Neubauten una vera e propria esperienza emotiva profonda, come leggere una poesia o perdersi di fronte ad un dipinto. La parte sperimentale e rumoristica alla base rimane, ma con una nuova funzione, accogliente e armonica, assolutamente unica e originale, grazie agli eccellenti musicisti che compongono la formazione (Alexander Hacke, N.U. Unruh, Jochen Arbeit, Rudolf Moser e altri che si sono susseguiti negli anni).
Determinante in questa metamorfosi è stata sicuramente la collaborazione di Blixa con Nick Cave e la sua entrata nei Bad Seeds nel 1984. Se Kollaps del 1981 è un disco di rumore, con la musica ridotta al minimo, Alber Mensch del 1985 è un disco totalmente diverso, con strutture più armoniche e molto eterogeneo. Senza ripercorrere tutta la discografia (che non è comunque vastissima, perché hanno spesso lasciato trascorrere diversi anni tra un disco e l’altro), cito alcuni album che secondo me sono determinanti.
Negli anni ‘90 Tabula Rasa, dove troviamo uno dei brani più toccanti e celebri di sempre, Blume, con la partecipazione della meravigliosa Anita Lane (purtroppo da poco scomparsa). Nel 2000 arriva Silence is Sexy, dove troviamo brani capolavoro come Sabrina. Anche Perpetuum Mobile è un ottimo disco, in cui restano fedeli a questa estetica di studio del rumore, del silenzio, della musica e dei suoi confini, ma con questa atmosfera emotiva, poetica e artistica che arriva sempre in modo estremamente diretto. Cito anche Lament del 2014, un disco su commissione che raccoglie un incredibile lavoro di archivio perché creato dopo un secolo dallo scoppio della prima guerra mondiale, utilizzando nastri originali di quegli anni con i prigionieri detenuti in uno dei primi campi di internamento, vicino a Berlino. Un anno fa esatto, esce invece Alles in Allem, disco eccellente, contraddistinto dalla classe unica di Blixa e dei suoi compagni di avventure.
La cosa più bella degli Einstürzende Neubauten è che invecchiando acquisiscono sempre più fascino e, come un bell’abito nero, stanno bene con tutto, in ogni stagione della vita, in ogni momento della giornata. E quindi godiamoci la bellezza della destrutturazione e del silenzio che diventa rumore e armonia, attendendo le prossima meraviglie che ci regaleranno.
Black Pills è una rubrica che non vuole insegnare nulla. Ci sono libri, articoli, manuali che trattano biografie di artisti, film, opere d'arte in modo dettagliato ed esaustivo. Non è questo il caso. Le pillole nere sono piccoli scorci di panorami culturali e artistici a volte molto ampi che rappresentano la possibilità di approfondire tematiche che non appartengono totalmente alla cultura di massa, ma che si muovono su altri canali e altri circuiti. In un mondo dove la scelta è limitata spesso a ciò che è definito nel senso più ampio come pop, è vivamente consigliato assumere qualche pillola di colore diverso e scoprire magari qualcosa di nuovo, che in alcuni casi, come nel mio, può accompagnare per il resto della propria vita.