Die Antword: Ugly & Freeky
A cura di Alice Kundalini - She Spread Sorrow
I Die Antword sono uno dei progetti musicali più assurdi e folli che siano in circolazione al momento, un gruppo hip-hop sudafricano assolutamente unico, composto da Ninja, Yolandi Visser e Dj Hi-Tek.
Ninja è il rapper del gruppo, personaggio estremamente controverso e spesso al centro di scandali che gettano ombre incredibilmente negative sulla sua persona. Un corpo ricoperto da tatuaggi malfatti, in stile “galera”, un volto poco rassicurante, denti d’oro e uno sguardo da perenne acido. Ninja è un alter ego volgare, violento, sporco e deviato. Il suo modo di rappare è inconfondibile già dal suo fortissimo accento sudafricano, che gli dona una pronuncia assolutamente unica. I testi fondono afrikaans, xhosa e inglese.
Yolandi Visser è la cantante del gruppo, anche lei con un’immagine assolutamente di forte impatto, da Lolita punk disturbata e psichedelica. Non pesa neanche 40 chili, indossa spesso abiti da cartone animato, canta con una vocina bambinesca folle e disturbante, che è un altro dei marchi di fabbrica dei Die Antword, e ha un alter ego “esoterico” assolutamente inquietante.
Dj Hi-Tek è il produttore del gruppo e la sua identità è sconosciuta. Inizialmente Ninja e Yolandi collaboravano con un giovane ragazzo malato di progeria, patologia incurabile e degenerativa, che lo ha portato ad una morte prematura. Da lì il terzo membro dei Die Antword è stato presentato in diverse interviste da Ninja, ma in ognuna di queste era sempre una persona diversa, così come nei video.
Questo trio assolutamente incredibile è un cocktail allucinogeno già solo in fotografia. Dal 2008 ad oggi sono diventati sempre più famosi, diventando virali con il video Enter The Ninja del 2009. Ormai personaggi assolutamente ricercati anche nella scena mainstream, non hanno però mai perso la loro autenticità e non sono mai scesi a patti con un immaginario più commerciale e patinato. Celebre è la proposta di Lady Gaga di far aprire a loro i suoi concerti per il tour Born This Way Ball: proposta ovviamente rifiutata, ma non solo. In seguito a questo nasce il videoclip di Fatty Boom Boom, una vera e propria presa per i fondelli di Lady Gaga, raffigurata satiricamente come la classica americana piena di soldi che non è in grado di affrontare i pericoli della vita in Sud Africa.
Per quanto facciano hip-hop, i Die Antword sono assolutamente lontani dall’immaginario più canonico del rap. I contenuti dei loro brani e la loro estetica riflettono gli elementi della subcultura Zef, ovvero, semplificando il più possibile il concetto, l’amore e la promozione di ciò che è tammaro, eccessivo, di cattivo gusto, deforme, degradato, sporco, spesso unito ad una sfera più infantile, kawaii, e anche legato alla magia nera, presa dalle tradizioni e dal folklore sudafricano. Con le parole di Yolandi: Zef is, you're poor, but you're fancy. You're poor, but you're sexy; you've got style.
Per chi consoce Roger Ballen, ecco, quella è l’estetica che sta alla loro base.
Uno degli aspetti più divertenti e unici è sicuramente quello dei videoclip. I loro video sono dei brevi film, con storia, personaggi e accadimenti incredibili. La vera essenza Zef emerge nei video all'ennesima potenza. Come entrare in una lavatrice in centrifuga riempita con 50% di cose disturbanti e l’altro 50% con cose malsane.
I Die Antword, non si fa fatica a crederlo, sono spesso al centro di polemiche e accuse, da quelle a Ninja di violenza e abusi sessuali a quelle che colpiscono anche Yolandi di omofobia. Le accuse sono state smentite e non è sicuramente questa la sede in cui valutare la fondatezza o meno di tutto ciò, quindi se volete approfondire la questione, online si trova una letteratura molto colorita a riguardo. L’unica cosa che mi sento di dire, è che personaggi di questo tipo necessariamente si trovano spesso al centro di questo tipo di polemiche. Il “politicamente scorretto” dei Die Antword è davvero senza mezze misure e mezzi termini, direi senza tregua, ma allo stesso tempo è anche ironico e grottesco.
Direi che di materiale ce n’è a sufficienza per farsi un bel viaggio in questo mondo allucinante. E quindi non resta che augurarvi buon divertimento.
Black Pills è una rubrica che non vuole insegnare nulla. Ci sono libri, articoli, manuali che trattano biografie di artisti, film, opere d'arte in modo dettagliato ed esaustivo. Non è questo il caso. Le pillole nere sono piccoli scorci di panorami culturali e artistici a volte molto ampi che rappresentano la possibilità di approfondire tematiche che non appartengono totalmente alla cultura di massa, ma che si muovono su altri canali e altri circuiti. In un mondo dove la scelta è limitata spesso a ciò che è definito nel senso più ampio come pop, è vivamente consigliato assumere qualche pillola di colore diverso e scoprire magari qualcosa di nuovo, che in alcuni casi, come nel mio, può accompagnare per il resto della propria vita.