Considerazioni sulla povertà

 

Sto passando qualche giorno in un paese africano. Osservo con distacco. Dal punto di vista materialistico mi circonda ciò che noi occidentali etichettiamo come “povertà”. Se mi libero dai pregiudizi culturali però vedo le persone relazionarsi tra loro, non ingobbite di fronte ad uno schermo nero, tanti sorrisi spontanei senza un “perché”, un senso di leggerezza e semplicità mi circonda. Mi chiedo: sono davvero loro i poveri? Eppure, tante persone che qui vivono sognano il nostro stile di vita e si imbarcano con la speranza di raggiungerlo. Vorrei fermarli e spiegare loro che certo il nostro è un mondo più luccicante ma il prezzo per raggiungerlo è l’anima stessa.

Ovviamente non sto dicendo che la povertà materiale porta alla felicità né che una cosa escluda per forza l’altra.

Trovo però fondamentale riuscire a osservare il mondo e giudicarlo fuori dai parametri materialistici? Spogliarsi di ciò che si è per comprendere. È possibile ancora comprendere che lo spirito non è misurabile in possedimenti? È possibile per qualcuno comprendere, o almeno prendere in considerazione, che il nostro mondo occidentale non è mai stato materialmente così ricco materialmente e così povero culturalmente? Non è una gara, non si può tornare indietro ma forse scegliere bene la direzione da intraprendere per andare avanti.
Foto: Emanuela Boriotti

m.m.

 
Marco Mandrino