La scoperta
A cura di Alice Kundalini - She Spread Sorrow
Il primo articolo di una nuova rubrica è qualcosa di simbolicamente molto importante. E’ il primo passo di un percorso che ha davanti così tante possibilità che sembra essere già una scelta. E lo è. Black Pills vuole essere uno spazio di racconto personale di quelle che sono le passioni che mi guidano da tutta la vita. Vuole essere uno spazio di condivisione di queste e di riscoperta attraverso il racconto. Non ci sono pretese didattiche, né di trattare tematiche in modo esaustivo. Alcune di queste richiederebbero più di un libro. Le mie pillole nere hanno solo lo scopo di raccontare e magari incuriosire, lasciando a chi legge la scelta di approfondire o meno.
E quindi, da dove cominciare? Comincio da quella scoperta che forse più di ogni altra ha influenzato tutta la mia vita. Non sapevo all’epoca che quel primo passo sarebbe stato verso una strada su cui ancora oggi sto camminando. Ricordo ancora, avevo poco più di 16 anni e in una cassetta compilation di quelle che si usavano tanto negli anni ’90, fatta dall’amico di un amico di un cugino che ne capisce una sacco di musica, ascolto un brano che mi lascia senza parole. Zyklon B Zombie è il titolo. Throbbing Gristle il gruppo musicale. La cassetta fatta dall’amico di un amico di un cugino che ne capisce un sacco di musica era una cassetta di musica “industrial”.
Lo ammetto, per me a 16 anni l’industrial erano i Nine Inch Nails, Marilyn Manson, roba con le chitarrone, con lo smalto nero alle unghie, con tanta rabbia da gridare forte nei microfoni. Eppure avevo letto che questi TG erano considerati tra i padri fondatori dell’industrial… Anche se non c’erano chitarrone pesanti, attitudine metal o altro di simile. Era sicuramente un brano psichedelico, assurdo, strambo, relativamente melodico… E il cantato… niente a che vedere con quella durezza a cui ero abituata. Ok, era chiaro, non ci stavo capendo nulla. Ma da lì è cominciato il viaggio. Ho scoperto che quella voce era di Genesis P. Orridge. Un cantante, un musicista, un performer, un artista, morto il 14 marzo di quest'anno dopo una lunga carriera di circa 50 anni. Un uomo di quelli che ha reso la propria vita un’opera d’arte. Che attraverso interventi chirurgici, nel corso degli anni, ha superato le differenze di genere, per arrivare ad assomigliare sempre più alla sua amatissima compagna di vita, Lady Jaye Breyer P-Orridge. Scopro che Genesis P.Orridge aveva anche altri progetti fondamentali, gli Psychic TV e i Coum Transimission. E comincio a cercare, ad approfondire, ad ascoltare. E mi innamoro. Con lui in questi progetti scopro altri artisti incredibili, estremi, avanguardisti, che non avevano creato solo un progetto musicale innovativo per l'epoca (si parla degli anni '70/'80), ma un genere intero, una nuova forma di arte e di espressione. Partendo dal punk e superandolo. Utilizzando strumenti musicali inventati. Massacrando letteralmente gli strumenti più tradizionali. Sperimentando sotto ogni punto di vista, non solo sonoro. Utilizzando il rumore e l'elettronica come mai avevo sentito in precedenza. E poi le tecniche shocking tipiche delle avanguardie artistiche. Con un’immagine d’impatto, fortissima. Quando vidi per la prima volta la copertina di 20 Jazz Funk Greats era già scattato l’amore. Insieme a Genesis P. Orridge, Cosey Fanni Tutti, Chris Carter, Peter Christopherson. In posa come una normale band funky, sorridenti e rassicuranti e nel retro la stessa foto, identica, ma con un cadavere ai loro piedi.
E da lì l’amore immenso anche per Cosey, una donna artista e musicista immensa, scioccante, bellissima, geniale che è diventata per me un modello, un riferimento. I suoi progetti successivi mi hanno entusiasmato, da Chris and Cosey a Cartertutti, progetti fatti insieme al suo compagno di vita Chris Carter, membro anche lui dei PTV e dei TG, ma anche la sua produzione solista.
La loro non fu solo una rivoluzione musicale, ma artistica e culturale. Nel 1981 nacque il TOPY, ovvero THEE TEMPLE OV PSYCHICK YOUTH, un’associazione di gruppi musicali fondata da Genesis, un collettivo di artisti e amici che vedeva nomi come quelli riportati sopra, ma anche COIL, CURRENT 93, ROSEMARY’S BABY. Tutti gruppi dei quali cominciai a cercare disperatamente musica da ascoltare (all’epoca non era facile come adesso) e che mi hanno trasportato in un nuovo mondo musicale e culturale. Il TOPY non fu solo un movimento artistico, ma anche esoterico, che concentrava l’attenzione sui poteri psichici della mente umana e che prevedeva anche rituali e sigilli magici, volti non al culto della divinità, quanto piuttosto alla liberazione della propria sessualità, dei propri desideri, allontanando la paura e il senso di colpa. Il TOPY coinvolse membri da diverse parti del mondo, dove erano presenti "access point", delle sorte di distaccamenti del TOPY originale ed arrivò a contare fino a 10.000 sigilli e contatti ricevuti in un anno. Traeva ispirazione da personaggi quali William S. Burroughs, Aleister Crowley, Austin Osman Spare, Brion Gysin. Il suo numero, il 23. Il simbolo, la croce psichica. Ci sono diversi testi a riguardo di cui consiglio la lettura, tra cui Manuale di cultura industriale, a cura del musicista e amico Paolo Bandera. Il TOPY durò circa 10 anni quando le pressioni delle forze dell’ordine e dei media obbligarono Genesis a lasciare l’Inghilterra e a spostarsi a New York. Sotto un video, che può essere una bella testimonianza di quello che fu il TOPY.
La storia, la vita e l’arte creata da questi personaggi sono stati per me una folgorazione. Genesis P.Orridge è ovviamente stato un personaggio estremamente controverso, non solo per i benpensanti, ma anche per molti appassionati del genere e anche per molti addetti ai lavori. Non sento di avere gli strumenti necessari per poter supportare i delatori, né per difenderlo, l’unica cosa che so e che mi importa è che è stato il personaggio che mi ha portato a conoscenza di un intero mondo artistico, animato fortemente dalla sua personalità, sicuramente gigantesca e probabilmente a volte tracotante, che mi ha appassionato e portato a scegliere di smettere di suonare la chitarra classica per iniziare a produrre altro, che mi ha insegnato a sentire la musica nel rumore e a mettere in discussione sempre ogni concetto dato per assodato, cercando una visione personale, una via di espressione propria, ricercando nell'unicità la chiave di rottura verso ciò che è massa e cultura dominante, e nella scelta spesso difficile della via della sperimentazione la spinta costante verso ciò che è diverso.
Black Pills è una rubrica che non vuole insegnare nulla. Ci sono libri, articoli, manuali che trattano biografie di artisti, film, opere d'arte in modo dettagliato ed esaustivo. Non è questo il caso. Le pillole nere sono piccoli scorci di panorami culturali e artistici a volte molto ampi che rappresentano la possibilità di approfondire tematiche che non appartengono totalmente alla cultura di massa, ma che si muovono su altri canali e altri circuiti. In un mondo dove la scelta è limitata spesso a ciò che è definito nel senso più ampio come pop, è vivamente consigliato assumere qualche pillola di colore diverso e scoprire magari qualcosa di nuovo, che in alcuni casi, come nel mio, può accompagnare per il resto della propria vita.