Percezione del mondo
Il mondo che si percepisce non è altro che un riflesso di sé stessi. Quando ciò che si vede non piace è ridicolo, oltreché inutile, cercare di modificare il riflesso. Per essere chiari è un po' come guardarsi allo specchio e, vedendo particolari spiacevoli, tendere le braccia verso lo specchio con la speranza di poter cambiare la propria immagine riflessa.
Per quanto il gesto sia altamente ignorante, financo ridicolo, è purtroppo ciò che l’essere “non morto” contemporaneo ripete costantemente. Le sue aspettative sono sempre verso l’esterno, il suo sguardo privo di interiorità perennemente rivolto all’oggetto dimentico del soggetto, la responsabilità dell’indicibile bruttezza che i suoi occhi percepiscono sempre di altri.
Osservarlo sbattere costantemente contro un vetro è come vedere una commedia triste che dopo un po' diventa noiosa.
m.m.