Contatti alieni

 

Risalgo con una cabinovia. Sono sulle Dolomiti per qualche giorno di sci. Nello spazio angusto oltre ad a me ed Emanuela una coppia di sconosciuti che danno la sensazione di non vedersi da un po' di tempo. Attorno a noi alberi che sembrano di cristallo e pini innevati si ergono verticali verso il cielo di un azzurro terso. Un paesaggio magnifico che quasi stordisce e rende l'equilibrio difficile.

La coppia di amici però mi riporta a terra. Uno chiede all’altro: “Immagino siano degli alberi perfetti per l’edilizia e per costruire mobili?” L’altro: “Certo, legno robusto alti e dritti perfetti per la carpenteria pesante”.

In poche frasi hanno raccontato del periodo storico che stiamo vivendo dove il senso del "bello" è scomparso per lasciare posto al cosiddetto "utile". Sembra che che il cuore dei miei "simili" non sia influenzato dalla bellezza. I loro occhi sono in grado di vedere le sfumature ed i giochi di luce? Sentono il cantare del vento che sussurra poesie alle loro orecchie? Si scoprono con le lacrime agli occhi per gratitudine per  l’emozione incontenibile di essere parte di tanta magnificenza? 

Loro no! Pensano a come puoi sfruttare ed utilizzare, loro pensano alla carpenteria.

Guardo così i due amici e comprendo il paradosso di condividere uno stesso spazio pur vivendo in mondi distanti tra loro che non si incontreranno mai davvero.

m.m.

 
Marco Mandrino