Intervista ai Comaneci
Quella con i Comaneci è una storia di profondo affetto e ammirazione che non ci stanchiamo mai di raccontare. Amiamo la loro delicata eleganza che non manca mai di incantarci. In attesa di averli a suonare di nuovo da noi il prossimo 9 giugno 2018 gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa e, come sempre, ci hanno stregati.
1. La vostra musica mi riporta sempre a un momento sospeso nel tempo, dove i confini tra realtà e fantasia si fondono e formano una dimensione parallela in cui perdersi e lasciarsi andare. Ci raccontate cosa c'è dietro?
Ci piacerebbe far ricordare alle persone quanto è bello perdersi per trovare cose nuove. Lasciarsi andare per non permettere alle durezze della vita di indurire i nostri spiriti e la nostra vitalità. Dietro la nostra musica direi che ci siamo solo noi, con il nostro potenziale magico e umano che crediamo abbiano tutti, basta ricordarsi di aguzzare i sensi.
2. La sensazione è che la vostra musica in particolare sia dedicata ad un pubblico attento e non puro intrattenimento. In tanti anni di carriera concertistica avete notato un cambiamento nel pubblico in relazione alla musica in generale? Come vorreste che fosse la vostra audience ideale?
L'audience ideale è un audience che sta in ascolto, che non lascia solo spazio agli occhi, che non sceglie per la fama ma perchè è davvero coinvolto in quello che ascolta. Ci riteniamo molto fortunati perchè chi decide di ascoltare i Comaneci non si aspetta puro intrattenimento, ma sente una responsabilità di ascolto. In questi anni abbiamo visto il nostro pubblico crescere senza forzature. Sentiamo un intimo bene arrivarci dalle persone ed è già un meraviglioso traguardo!
3. Nonostante finora abbiate utilizzato solo chitarra e voce, il vostro sound è sempre risultato "completo". Cosa vi ha fatto venir voglia di introdurre la batteria e cosa cambierà da adesso? (a proposito, Magical Thoughts è un bellissimo pezzo)
Avevamo voglia di esplorare altri potenziali. Incontrando costantemente musicisti viene tanta voglia di suonare insieme ad altra gente. Poter orchestrare il suono con più elementi è molto stimolante ed avevamo bisogno di qualcosa di nuovo pur restando vicini all'origine. Oltre alla scelta stilistica credo fosse anche una necessità di condivisione.
4. Quali sono i 3 dischi (di altri artisti) di cui non potete fare a meno?
Tre sono pochi! Cercherò di scegliere...
Aldous Harding - Party
Nicolas Jaar – Sirens
Steve Lehman – Sélébéyone
5. Il vostro concerto a Cascina Bellaria dello scorso anno è stato uno dei momenti più incantevoli di un'estate davvero bella. Cosa possiamo aspettarci dalla nuova formazione?
Venire a suonare a Cascina Bellaria per noi è sempre meraviglioso e sorprendente. Amiamo moltissimo suonare da voi e siamo contenti di poter condividere questo piacere. Dalla nuova formazione ci si può aspettare di tutto! Ci sarà una mente visionaria in più ed un ensemble più corposo, canzoni intense e una fertile malinconia.